Emissione di un francobollo ordinario
appartenente alla serie tematica
“le Eccellenze italiane dello spettacolo”
dedicato a Eduardo De Filippo,
nel 120° anniversario della nascita

Poste Italiane comunica che il Ministero dello Sviluppo Economico ha emesso, il giorno 24 maggio 2020, un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “le Eccellenze italiane dello spettacolo” dedicato a Eduardo De Filippo, nel 120° anniversario della nascita, tariffa B.

Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, autoadesiva Kraft mono-siliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco); formato carta e formato stampa: 40 x 30 mm; formato tracciatura: 46 x 37 mm; dentellatura: 11 effettuata con fustellatura; colori: tre; tiratura: seicentomila esemplari; foglio: quarantacinque francobolli.
La vignetta, sullo sfondo di un sipario, raffigura un ritratto di profilo di Eduardo De Filippo.
Completano il francobollo la leggenda “EDUARDO DE FILIPPO”, le date “1900 – 1984”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”.
Bozzettista: Fabio Abbati.

«Se un’idea non ha significato e utilità sociali non m’interessa lavorarci sopra. … le idee mi nascono nel cuore prima che nel cervello. Poi ci lavoro su con la mente, e allora ho bisogno dei sensi per rendere le idee concrete”. Così racconta Eduardo De Filippo il suo lavoro quando nel 1973 viene premiato all’Accademia dei Lincei, il gotha della cultura italiana. Nato a Napoli nel 1900, Eduardo percorre quasi tutto un secolo portando sul palcoscenico storie quotidiane diventate metafora della commedia umana a volte tragica a volte comica ma sempre intrisa di speranza, di pietas; trasformando Napoli e la napoletanità in simbolo universale che travalica tempi e spazi. Tradotto in tutto il mondo ed in tutte le lingue dall’inglese, al giapponese, dall’arabo all’yiddish, rappresentato da grandi interpreti della scena italiana ed internazionale, il suo teatro oggi appare sempre più attuale, offrendoci una chiave di lettura che decodifica il presente. Eduardo è annoverato tra i grandi drammaturghi come Shakespeare di cui tradusse in un napoletano simile a quello seicentesco “La tempesta”, un inno alla vita e alla ragione. Proprio perché consapevole del valore della cultura e della memoria, nel 1948, compra le macerie di un teatro settecentesco il San Ferdinando, lo ricostruisce per donarlo alla sua città e al suo Paese con il sogno che diventi sede anche di una scuola per i giovani, soprattutto per quei ragazzi meno fortunati che chiamiamo devianti. Quando nel 1981 l’allora Presidente della Repubblica Pertini lo nomina senatore a vita, porta per la prima volta in Parlamento la voce di quei ragazzi, la loro volontà di riscatto, il desiderio di scrollarsi di dosso la violenza e l’ignoranza per non diventare strumento nelle mani della criminalità. Per questo nel 2008 nasce grazie alle istituzioni e alla famiglia, la Fondazione Eduardo De Filippo, volta al sostegno di iniziative che riguardano i minori e alla promozione della cultura teatrale, convinta della sua rilevanza come strumento per la crescita del futuro del nostro Paese. A 120 anni dalla nascita di Eduardo De Filippo, il suo volto, la sua voce sono ormai sedimentati nel nostro immaginario, le sue opere da “Napoli milionaria!” a “Gli esami non finiscono mai” sono quasi una eco morale che nei periodi complicati che a volte viviamo ci riporta parole che risuonano come un muto ordine di resistere, condiviso da nord a sud: “Ha da passà ’a nuttata”. La sua eredità culturale rimane patrimonio di tutti, perché come lui stesso sottolineava: “il punto di arrivo dell’uomo è il suo arrivo nel mondo, la sua nascita, mentre il punto di partenza è la morte che, oltre a rappresentare la sua partenza dal mondo, va a costituire un punto di partenza per i giovani… Soltanto così, anche se non crediamo ad un dio al di fuori di noi, possiamo sperare nell’immortalità, in quanto qualcosa di noi viene trasmesso ad altri esseri umani… una immortalità umana, quindi limitata, ma all’uomo è stato concesso il dono di sognare, il che non è poi piccola cosa…».
Tommaso De Filippo

 

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